Ghandi lo usava per protestare contro i colonizzatori inglesi, gli
antichi romani come moneta di scambio mentre i popoli celtici ne avevano
già colto le grandi proprietà conservanti. Il sale nella storia
dell’umanità ha ricoperto i ruoli più disparati:
sale per mangiare, per conservare, per curare e medicare, ma anche per
scambiare, pagare, protestare e pregare. Dal Garum romano, piatto
realizzato con interiora di pesce e sale,
alle ricette neoteriche dei nostri chef contemporanei, passando per il
“Nuoc Mam” vietnamita, una salsa rassomigliante alla moderna salsa di
soia, il sale ha trovato la sua consacrazione in cucina ma non solo.
Estremamente noto era il potere disinfettante e conservante del sale,
come testimoniato dai ritrovamenti in tombe egiziane del III millennio
a.C. prova dell’uso effettuato per la conserva di pesci e selvaggina
oltre che per il consumo delle olive. In Cina invece si era soliti
consumare e conservare le verdure “sotto sale”. Ma è in occidente che
si sviluppanole tecniche migliori del
trattamento al sale: i Celti, occupanti un territorio ricco di sale
(Dalla Francia Meridionale fino a Salisburgo) conoscevano i suoi molti
usi, fu proprio da loro che i Romani presero l’abitudine di salare la
cacciagione, compresi i maiali e i cinghiali selvatici. E non è un caso
che Parma si trovi in una zona d’insediamento celtico vicino a
Salsomaggiore ricca di pozze d’acqua salmastra. Ma nello sviluppo della
nostra cultura il sale ebbe un impatto
notevole soprattutto sul piano commerciale, vista la sua natura scarsa.
Le popolazioni Salentine, ad esempio, ricavavano il sale dalle conche
delle scogliere per usarlo come moneta di scambio. Tale pratica fu
all’origine di importanti rotte, come la famosissima via Salaria che
collegava l’Adriatico e l’Etruria con le saline di Ostia. E proprio il
controllo delle Saline fu una delle ragioni che portarono
Roma ad espandersi nel Mediterraneo ed a controllare le coste di Spagna e
Francia, arrivando sin nella zona del Mar Morto.
Anche il passaggio
sulla “strada del sale”, oggi nota come via
Salaria, era riservato solo a coloro i quali avessero versato una tassa:
il gabelliere esigeva un obolo che veniva calcolato sul valore della
merce in transito. Tali tasse costituirono un’importante fonte di
reddito per il
territorio che aveva la fortuna di essere attraversato da tale strada.
La Repubblica di Venezia stessa deve i suoi arbori alla ribellione
per il controllo da parte di Bisanzio della ricchezza derivante dalle
saline di Chioggia. Allo stesso modo in Francia i territori della
Camargue e di Guérande
si arricchirono e crebbero prosperosi proprio grazie alla ricchezza
delle proprie saline. In Italia l’imposta sul sale applicata fin dai
tempi antichissimi ed è rimasta in vigore fino al 1975. Nel secolo XX
Gandhi si fece capostipite della rivolta non violenta,
protratta in nome della liberazione del popolo indiano, contro i coloni
inglesi guidando la famosa “Marcia del sale”: il 6 Aprile 1930 i
marciatori raggiunsero l’oceano Indiano e Gandhi raccolse dalle rive
della spiaggia un cristallo di sale a mo’ di ribellione contro le leggi
inglesi che ne stabilivano la privativa sia della produzione che della
vendita esclusivamente ai sudditi di sua maestà e sul quale era imposta
una tassa vessatoria che incideva in maniera pesante soprattutto sul
ceto più povero indiano.
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